STRANI RACCONTI
Parte 5: COLORO CHE VORREBBERO DISTRUGGERMI
di FABIO VOLINO

 

Dimensione Oscura.

Avete mai provato la sensazione che ci sia qualcosa che non vada? Potete essere nel posto più bello del mondo, la vostra vita può scorrere su binari regolari… eppure avvertite qualcosa di strano dentro di voi. Qualcosa che vi avvisa che le cose andranno male.
Ecco cosa sta sperimentando in questo momento Clea, mentre fa ritorno al suo mondo natio. Dapprima è solo una sensazione passeggera, che nasce e muore in un istante. Poi però ritorna quando incontra i primi volti dei suoi sudditi: vi si può leggere il dolore. Come se le chiedessero scusa per quello che sta per accadere. Poi la donna nota i palazzi distrutti, le macerie che ingrossano ancor di più il presentimento di una tragedia imminente. Clea si risparmia domande pleonastiche, sa benissimo che le risposte le scoprirà subito.
Corre verso il palazzo reale e nella fretta ed angoscia non le viene in mente di chiamare Stephen Strange in suo soccorso: in ogni caso non ci riuscirebbe. Il suo destino è stato segnato dal momento in cui ha fatto ritorno nella Dimensione Oscura. Entra infine nella sua dimora e sul trono…
"Madre".
"Sì, figlia mia" annuisce Umar "Ho ripreso ciò che è mio di diritto, sto riportando agli antichi fasti questo mondo che tu hai cercato di portare alla perversione, alla corruzione".
"Sei folle, sei tu quella che porta corruzione e perversione".
"Senti chi parla: una sgualdrinella che si è messa insieme ad un uomo di un'altra dimensione. Una ragazzina impenitente che si ostina ad andare contro le usanze del nostro mondo".
"Non voglio…".
"Perché non guardi in alto, figlia mia? C'è uno spettacolo bellissimo che ti aspetta".
Clea lo fa e così muoiono tutte le sue speranze.

Una dimensione ignota.

"Salute a te, Dormammu. Immagino tu ti ricordi di me: ho una proposta da farti".
L'ex reggente della Dimensione Oscura alza lo sguardo. E subito il suo volto assume un'espressione irata quando riconosce il suo interlocutore. "Tu!" grida "Come osi presentarti di nuovo al mio cospetto dopo quello che mi hai fatto in passato?".
"Andiamo, Dormammu, ero più inesperto. Ero davvero un'altra persona. Sono cambiato ora: la morte ti cambia, dovresti saperlo anche tu".
"Vattene, prima che ti capiti qualcosa di drastico: è una possibilità che Dormammu concede raramente".
"No, non intendo farlo. E cosa speri di fare tu ora che non hai più la tua Fiamma delle Faltine?".
"Non si è estinta del tutto, è connaturata al mio essere: è stata solo smorzata, col tempo ritornerà".
"Sì, ma quanto tempo, Dormammu? Andiamo, tu saresti già uscito da questa prigione coi tuoi pieni poteri. Non farti schiacciare dal tuo orgoglio: ecco, lascia che ti dia una mano".
Come se fosse un consumato uomo di spettacolo, la persona misteriosa schiocca le dita e… subito la Fiamma delle Faltine ricompare attorno al volto di Dormammu! "Vedi, non era poi così difficile".
"Come ci sei riuscito?" esclama stupito lo spietato tiranno.
"Te l'ho detto: sono cambiato".
Poi sul volto infuocato di Dormammu compare un sorriso maligno. "Sei stato uno sciocco a comportati in modo così altruista. Ora io, il Temuto, ti schiaccerò come la pulce che sei".
In risposta però l'uomo emette un raggio mistico che scaraventa Dormammu a svariati metri di distanza. E prima che il Temuto possa rialzarsi, viene avvolto da una sfera mistica che inizia a comprimersi sempre più, fino a premere con dolore contro il suo corpo.
"Ora vuoi ascoltarmi?" chiede stizzito l'uomo.
"S… Sì, sì" annuisce Dormammu, sempre più sconvolto dal dispiego di potere mostrato dal suo interlocutore.

In volo per Londra.

"Parlami un po' di te, Victoria. Raccontami della tua vita, senza tralasciare nulla".
"Oh, Kaluu, non credo sia così interessante".
"Io sono convinto del contrario".
La donna annuisce. "D'accordo. Sono l'unica figlia di Lord Bentley: tutta la mia vita è stata connotata da agi e feste sfarzose. Però tutto questo mi lasciava sempre un senso di vuoto. Quando mio padre morì ed entrai in possesso della sua eredità, venni a conoscenza anche di una biblioteca da lui acquistata in una vicina tenuta: una biblioteca piena di testi mistici. Fu da quel momento che nacque la mia passione per l'occulto: però ero un'inesperta e non avevo maestri che potessero indirizzarmi nella giusta via. Tuttavia in seguito questi maestri li ho trovati. Oggi non sono di certo una maga eccezionale, ma credo di potermela cavare".
"Chi sono stati questi tuoi maestri?".
"Su questo preferisco tenere il riserbo, se non ti dispiace".
"Nessun problema". "Tanto lo so benissimo chi sono" pensa Kaluu.
"E tu? Qual è la tua storia?".
"Non so se possa competere con la tua. Sono nato in Tibet, però i miei genitori erano inglesi ed ho vissuto in quel paese per molti anni. Il Tibet è una terra incredibile, bellissima, si respira misticismo ad ogni angolo di strada. E qui ho incontrato l'uomo che ha cambiato la mia vita: Maha Yogi. Mi ha insegnato tutto quello che c'era da sapere sull'occulto e molto altro ancora. Mi ha aiutato a diventare un uomo. Sono bravo nelle arti magiche? Questo non lo so. So solo che ora, dopo un periodo negli Stati Uniti per lavoro, voglio tornare in Inghilterra, in quella che considero la mia vera patria. E non potevo avere miglior compagnia".
"Ti ringrazio per le tue belle parole" dice Victoria Bentley cercando di non arrossire. Ma sarebbe molto meno sicura se sapesse che Kaluu le ha raccontato solamente delle bugie.

Chicago Bellevue Hospital.

"Ha parlato?" esclama il Dr. Ross.
"Sì" conferma Carter "Era lì, muto ed immobile come al solito. Poi ho pronunciato una parola ed è come tornato a nuova vita… almeno per alcuni istanti. Però adesso è ripiombato nel suo stato catatonico".
"Vediamo un po'".
I due medici si avvicinano all'anziano paziente oggetto delle loro preoccupazioni, che ha lo sguardo perso nel nulla.
"Prova a ridire quella parola" invita Ross.
Carter si china verso l'uomo. "Ehi, mi senti? Vuoi restare qui per l'eternità? Eternità!".
Il vecchio lo osserva fisso negli occhi. "Eternità. Eternità mi ha mandato qui".
"Spiegati meglio".
"Io ero morto ed ero entrato a far parte del tutto cosmico, questo lo ricordo bene. Non ricordo il motivo della mia morte, però… è avvenuta. Ed è accaduto qualcosa, qualcosa che ha richiesto il mio ritorno: solo che ho tanti buchi nella mia testa. Non so nemmeno chi sono".
"Fammi capire" interviene Ross "Dio in persona ti ha resuscitato per riparare ad un danno di proporzioni cosmiche?".
Il vecchio non risponde e ripiomba nel suo stato catatonico.
"Ok, Carter, ho visto abbastanza" dice il dottore portando via il suo assistente "Chiama il reparto psichiatrico: questa faccenda non è più di nostra competenza".

Greenwich Village, Hoboken Bar.

Clea aveva ragione: basta avere paura. Seppur in un aspetto umano tramite un incantesimo, Rintrah si è mischiato in mezzo agli uomini in quello che è il più comune luogo di ritrovo. Tuttavia… non ha idea di cosa fare ora: deve prendere l'iniziativa e parlare con qualcuno? Oppure…
"Desidera?".
La voce annoiata della cameriera lo riporta alla realtà. "Ehm, sì, caffè. Se ne avete. Non l'ho mai provato".
"Se abbiamo del caffè? Amico, perché credi esistano i bar?".
Rintrah nota una targhetta sul petto della cameriera: JANET. "Le chiedo scusa, Janet".
"E di cosa? Davvero non hai mai provato caffè? Ma dove hai vissuto finora, in un'altra dimensione?".
Prima che Rintrah possa risponderle, non sapendo peraltro cosa dire, Janet si allontana. Ritorna un paio di minuti dopo, con in mano una tazza di caffè fumante.
"Ecco qua, la migliore miscela della Costa Est. Dimmi come la trovi".
Il Mago Supremo ne assaggia un sorso. E poi un altro. Ed un altro ancora. Fino a svuotare la tazza. "Davvero buonissimo, i miei complimenti".
"Faccio questo lavoro da dieci anni ed ancora nessuno mi aveva fatto degli apprezzamenti. Di solito la gente che arriva qui o va di fretta o è sgarbata".
"Non tutte le persone sono uguali. Ecco, è sufficiente?".
"Sì, se vuoi darmi dieci dollari di mancia. Non esagerare, dai".
"Te li meriti, tieni".
"Grazie. Anche se ti conosco da pochi minuti, sei davvero una persona speciale. Oh, scusami, ci sono altri clienti da servire. Resta qui, però, tra pochi minuti torno".
Rintrah sarebbe ben lieto di aspettare, ma poco dopo riceve una chiamata da parte del Dr. Strange. "Credo ci sia qualcosa di importante in ballo" dice costui "Una situazione che richiede il tuo intervento. Hai qualche problema, forse?".
"Nessun problema, Stephen" risponde Rintrah dopo qualche istante "Arrivo subito".
Janet ci rimane male quando non nota più al tavolo quell'avventore così gentile. Si è di nuovo illusa, è veramente ingenua. E' certa che non tornerà mai. E non sa nemmeno come si chiama.

Dimensione Oscura.

C'è suo padre là sopra. O meglio, c'è la testa di suo padre, conficcata tramite un puntale al soffitto. La sua bocca aperta in un urlo infinito. Un urlo che Clea rischia di replicare: si porta le mani davanti alle labbra, trattenendosi per quanto può, mentre l'angoscia la pervade. Poi mugola qualcosa di incomprensibile.
"Parla più forte, figlia mia, non ti sento" la canzona Umar.
"Come hai potuto, madre? Come hai potuto?". La rabbia della ragazza dai capelli color argento si mischia alla disperazione mentre lacrime candide macchiano il pavimento.
"Tu come hai potuto tradire il nostro popolo? Ricordatelo, Orini è morto per causa tua, non certo per colpa di Umar".
Clea non ha più alcuna intenzione di ascoltarla: basta con le parole. E' il tempo dei fatti ora. Si lancia dunque all'attacco di sua madre, che però aveva ampiamente previsto questa sua mossa. La spietata donna para tutti i suoi colpi per poi contrattaccare. La rabbia non ha certo giovato a Clea.
Umar la colpisce al petto e la manda riversa sul pavimento: poi, prima che possa rialzarsi, le è subito addosso e la blocca in una sfera mistica, che si comprime sempre più, fino a farle perdere il respiro. Fino a farle perdere i sensi.
"Decisamente non è questo l'atteggiamento giusto, figlia mia. Occorre che ti venga data una severa lezione" sono le ultime parole che ode pronunciare da Umar.

Una dimensione ignota.

"Qual è sempre stato il tuo obiettivo più ambizioso, Dormammu? Quello che brami da una vita, quello che non sei mai riuscito a perseguire?".
"La conquista del piano terrestre" risponde il Temuto.
"Bene. Ed ora dimmi, perché un essere potente come te non c'è mai riuscito?".
"Situazioni contingenti, eventi imprevedibili".
"Che si sarebbero verificate decine e decine di volte? No, Dormammu, ammettilo: non ci sei mai riuscito per via di un tuo limite. Un limite che ti trascini sin dal tuo primo incontro con Stephen Strange".
"Limite? Attento a come parli, idiota! Dormammu non ha alcun limite".
"D'accordo, voglio prenderti in parola".
L'uomo misterioso apre un portale, che si affaccia su una affollata piazza. Poi con un semplice gesto della sua mano richiama a sé i Senza Mente assorbiti da Stella Nera nella Forza Oscura. "Ecco, ora hai tutto ciò di cui hai bisogno. Forza, oltrepassa questo portale, aldilà di esso c'è la realizzazione del tuo più grande sogno".
Ma Dormammu rimane immobile.
"Avanti, perché non ti muovi?".
"Io… io non posso".
"Tu non puoi? Ma dicevi di non avere alcun limite. Avanti, cos'è che ti blocca?".
"Io ho fatto un giuramento. Ho promesso che non avrei mai attaccato direttamente la Terra".
"Tutto qui? Quello che ti impedisce di realizzare la tua più grande ambizione… è una banale promessa? Fatta alla persona che più odi al mondo, peraltro? Per aggirarla hai ideato schemi spesso contorti che non sono stati altro che immensi campanelli d'allarme per gli eroi della Terra: l'Omegatron, la Forza Oscura… davvero speravi di farla franca?".
"Dormammu ha un codice d'onore a cui tiene molto".
"Mettilo da parte allora!" grida esasperato l'uomo "Sinceramente, cosa pensi che accadrebbe se tu lo infrangessi per una volta sola? Credi forse che Strange verrebbe da te e ti direbbe:'Ah, Dormammu, sei stato cattivo, non ci si comporta in questo modo'? Davvero ti importa della sua opinione? Della opinione di chiunque? Tu sei Dormammu il Temuto, che non ha avuto paura di affrontare Eternità, che ha soggiogato più mondi di quanti se ne riesca a ricordare. Ed ora devi superare il tuo ultimo limite: devi mettere da parte, si spera definitivamente, il tuo codice d'onore. Attaccare la Terra, conquistarla con quella estrema facilità per cui sei noto. Realizzando così la tua massima aspirazione".
"Di certo qualcuno si opporrà a me. Strange di sicuro".
"E non è quello che più brami, Dormammu? Prendi subito la tua decisione, perché tra un minuto chiuderò il portale, distruggerò i Senza Mente e ti sottrarrò nuovamente la Fiamma delle Faltine. Sai che posso farlo. Rimarrai nuovamente solo e chissà quanto tempo dovrà passare prima che tu ritorni alla ribalta. Umar ha riconquistato la Dimensione Oscura, è tempo che anche tu abbia il tuo giusto dominio".
Il Temuto osserva attentamente il portale.

Sancta Sanctorum del Dr. Strange.

Quando le menti mistiche si incontrano, è un evento eccezionale. Peccato che non sia visibile all'occhio umano. Strange e Rintrah analizzano gli ultimi eventi capitati loro e compiono qualche analisi sui principali territori mistici. Una volta terminato, i loro due corpi astrali rientrano nei loro corpi fisici.
"C'è qualcosa che non mi convince" dice Strange.
"Spiegati meglio" lo esorta il suo ex allievo.
"E' come se... ho avuto dei sospetti sin da quando abbiamo affrontato gli Esemplari. Il loro comportamento è stato strano, decisamente strano: hanno detto inizialmente di voler uccidere il Fenomeno perché aveva tradito Cyttorak. Poi però hanno affermato di voler ribellarsi ai loro dei. Sembrava… che qualcuno li avesse plagiati. Quello stesso qualcuno che, quasi sicuramente, ha fatto rapire Victoria Bentley da Yandroth. Voleva che noi ci accorgessimo subito del rapimento. Dunque perché non immaginare che abbia istigato anche Aggamon? Quell'essere era diventato molto potente, troppo potente. Certo, allo stato attuale sono solo supposizioni, però sin da quando sono tornato sulla Terra ho come questa sensazione di incombente oscurità".
"Secondo te chi può esserci dietro?".
"Sfortunatamente la lista dei miei nemici è decisamente lunga. E poi… dall'analisi che abbiamo appena compiuto sembra che non ci siano troppi scompensi a livello mistico".
"Però il regno di Eternità è stato per noi inaccessibile" fa notare Rintrah.
"Entrare nel dominio di Eternità non è certo una cosa agevole, la cosa non mi stupisce più di tanto".
"A mio avviso dobbiamo condurre una indagine più approfondita. Se quello che dici è vero, se esiste davvero un essere in grado di plagiare potenti entità come gli Esemplari allora occorre trovarlo al più presto perché rappresenta un pericolo per l'umanità intera".
"Concordo con te. Tuttavia ora mi concederò un breve riposo: le ultime fatiche mi hanno prostrato e devo ancora pienamente riprendermi dallo scontro con Aggamon".
"Molto bene, Stephen. Ti chiamerò in caso…".
Improvvisamente Rintrah si blocca, il volto sbigottito. La stessa espressione che compare sul volto di Strange. Una espressione che connota sorpresa, sgomento. Incredulità.
"Non può essere lui" afferma l'essere taurino "Non può essersi ripreso così presto. Era stato…".
Strange non perde tempo in discussioni: prende Rintrah per un braccio ed insieme a lui si teleporta nella zona di sconvolgimento mistico che i due hanno rilevato. Di nuovo in Inghilterra, qualcuno deve odiare profondamente questa nazione. E stavolta siamo nel cuore stesso di Londra, a Piccadilly Circus. Gli umani sono in fuga e possono dirsi fortunati se i Senza Mente per ora limitano la loro opera di distruzione alla fontana ed agli edifici. Ed in testa a loro c'è il condottiero, l'essere più temuto dei regni mistici. La fiamma attorno al suo volto sembra ardere più intensamente, per la profonda rabbia che sta covando da decenni. Rabbia che può finalmente sfogare, ora che anche l'ultimo suo limite è alle spalle. Vestigia di un passato ormai rinnegato.
"Invece è vero, Rintrah" dice Stephen Strange "Il Temuto Dormammu è di nuovo tra noi".

CONTINUA...